La sconcertante mostruosità del compratore di sesso

Recensione di un compratore di sesso su una donna prostituita in un locale a luci rosse di Puerto Princesa, Filippine

24/04/2019

Lo screenshot soprastante riguarda la testimonianza di un compratore di sesso che acquista prestazioni in vari Paesi del mondo, in particolare in quelli poveri. Questo episodio è accaduto a Puerto Princesa, nelle Filippine. “Jack Sparrow” è il soprannome affibbiato al pappone (Papasan) di queste ragazze prostituite, che lui definisce ‘muta di suine’. In effetti, gli vengono presentate come animali da monta, oggetti per il proprio appagamento.
Secondo il suo racconto, il pappone passa in rassegna le ragazze con il suo sguardo severo, facendogli intuire di essere il detentore di una sorta di controllo nei loro confronti. “Diosolo sa che cazzo combina lì dentro con quelle poverette” dice. Sa che queste ragazze sono controllate da un magnaccia, che le sfrutta e gestisce i loro guadagni, ma prosegue: “In ogni caso siamo qui, e di certo non torno indietro a mani vuote.”
Non solo è consapevole della drammatica situazione di queste ragazze, ma decide, con assoluta consapevolezza, di comprare lo stesso delle prestazioni perché il bisogno di svuotare i testicoli è più importante della loro dignità. Ora non gli resta altro che scegliere.
E, infatti, sceglie. La ragazza sembra minorenne, quindi chiede al pappone di mostrargli l’Id card, come se falsificarne uno fosse difficile! Il sospetto che in un paese povero vengano coinvolte delle minorenni non lo persuade affato.
Il pappone decide il prezzo e il tempo. Per caso ha chiesto alla ragazza se fosse disposta ad avere rapporti sessuali per due o tre ore? No, non l’ha chiesto. E perché mai dovrebbe? I suoi desideri sessuali, che includono anche la durata del rapporto, non contano. Come un oggetto, viene data in prestito.




Prosieguo della recensione

Una volta presa in prestito la ragazza, il cui nome – non si sa se sia vero o di fantasia – è Lu, vanno in una stanza. “Mentre foto Lu” dice, “le alzo una zampa”, come se stesse parlando di un animale, cosa che conferma nel successivo screenshot:

Prosieguo della recensione

Una volta usata come si deve, come un oggetto, la riconsegna al proprietario.

I difensori dell’industria del sesso stanno facendo gli interessi di questi uomini misogini e violenti che vedono le donne come dei sex toys in cui masturbarsi. Anche se si trovano di fronte a situazioni di sfruttamento e di tratta, il loro obiettivo è quello di avere un orgasmo, indipendentemente dal consenso delle donne che utilizzano.
Se si vuole vivere in una società più civile e paritaria, bisogna battersi per l’approvazione del Modello nordico, perché gli uomini che vedono le donne come contenitori o animali da monta non possono contribuire alla realizzazione di tale società. Se non le considerassero tali, non comprerebbero prestazioni sessuali. Questa è una certezza.

La sessualità vissuta dai compratori di sesso è degradante per le donne prostituite

Recensione di un compratore di sesso su una donna prostituita per strada

18/04/2019

“me la sono pompata…prima di scoparla…prima di farsela sfondare”

Quando i compratori di sesso recensiscono le donne da cui comprano prestazioni sessuali, utilizzano espressioni che fanno pensare alla passività femminile. La vagina viene vista come un buco da “sfondare”, in modo che la virilità del maschio supremo resti intatta.
La sessualità di questi uomini vede al centro l’IO. Conta solo il loro punto di vista. Infatti non parlano di reciprocità, bensì di azioni compiute esclusivamente da loro. Vedono il sesso come un’arma di distruzione, di dominio. Si sentono dei dominatori, dei super maschi capaci di fare tutto. L’immagine della donna che si sono stampati in mente è quella di un contenitore vuoto che subisce e si adegua. Si chiama degradazione.

Nella prostituzione lo stupro diventa rassegnazione

Recensione di un compratore di sesso su una escort araba

18/04/2019

Il compratore di sesso è consapevole di esercitare una sorta di potere nei confronti della donna che vende prestazioni sessuali. Pagando, può farle quello che gli pare, visto che al centro dell’incontro vengono messi soltanto i suoi desideri. Sulla base di questo dato di fatto, ogni azione, perfino la più misogina e violenta, viene accettata come rischio del mestiere. Da ignobile danno fisico e psicologico, lo stupro passa prima come un furto e poi come una conseguenza inevitabile. Questo individuo ha dato per scontato che alla donna da cui ha comprato sesso piaccia essere brutalizzata. “Ma poi capisce che deve soffrire”…insomma, la rassegnazione nell’incontrare dei sadici stupratori è una prerogativa molto comune nella prostituzione, un lavoro come un altro che, però, ti porta a tessere dei rapporti con dei potenziali predatori sessuali.

La lotta contro la violenza misogina non finisce con l’ostracismo dei pro-prostituzione

Manifestazione contro la prostituzione

14/04/19

È incredibile, ma i pro-prostituzione sono arrivati in massa sulla nostra pagina Facebook, L’industria del sesso è violenza (https://www.facebook.com/controlavenditadiesseriumani/), e hanno iniziato a segnalare tutti i post con gli screenshot delle recensioni dei compratori di sesso, in cui raccontano le violenze che perpetrano contro le donne prostituite. Facebook ha, infatti, cancellato molti degli screen, minacciando altresì di eliminare la pagina, che dopo la pubblicazione di questo articolo verrà nuovamente riattivata. Abbiamo deciso di dare voce ai “clienti” perché le loro testimonianze sono la dimostrazione inequivocabile della misoginia celata dietro l’industria del sesso. Ma siccome i paladini del “sex work” devono continuare a fingersi progressisti, cercano di silenziare anche le voci di chi è coinvolto in prima persona. Dunque il blog continuerà a divulgare gli screenshot di recensioni e commenti di compratori di sesso e di consumatori di pornografia, nonché studi di esperti e testimonianze di sopravvissute al commercio sessuale. Seguiteci!